colposcopia quando il pap test è alterato

Quando il Pap Test rientra nel contenitore degli esami alterati, di cui vi ho parlato alcune settimane fa (per rileggere l’articolo clicca QUI) si procede con l’eseguire un esame di approfondimento, chiamato Colposcopia.

E’ ritenuto un esame di “secondo livello“. Non perché sia poco importante, ma proprio perché è un esame di un livello superiore rispetto al Pap Test, che è di “primo livello” (un po’ come nei videogiochi!). E’ consigliato in questi specifici casi, per andare a controllare attentamente il collo dell’utero.

Procedimento della Colposcopia

Durante l’esame diagnostico, la paziente dovrà posizionarsi come durante una classica visita di controllo. L’unico “fastidio” che dovrà un po’ sopportare sarà l’inserimento e il mantenimento all’interno della cavità vaginale dello speculum, compagno di lavoro del Pap Test; il ginecologo procederà così con il controllo della cervice uterina servendosi di una sorta di microscopio. Lo strumento permette di avere una visuale ingrandita e dettagliata della vagina e del collo dell’utero.

Dopo questo passaggio, avverrà con il controllo tangibile della zona, andando a toccare il collo uterino con due tamponcini imbevuti di due diverse sostanze coloranti:
– acido acetico
– Lugol

I tamponcini serviranno a colorare il collo dell’utero per avere una mappa su dove può esserci o no il Papilloma Virus, responsabile della gran parte di alterazioni al Pap Test.

L’acido acetico, molto simile all’aceto che usiamo come condimento, renderà bianche le cellule che contengono il virus; sono ricche di proteine, le quali servono al virus per potersi riprodurre ed espandere. Le eventuali forme o disegni, (definiti, ad esempio, come mosaico o puntiforme) il tipo di bianco formatosi e lo spessore danno già una chiara indicazione del tipo di Papilloma Virus presente e soprattutto il grado di lesione da aspettarsi.


Il Lugol invece rende marroni le cellule ricche di glicogeno, cioè zucchero, ovvero le cellule sane. Il papilloma virus produce molte proteine, che diventeranno bianche, e si serve di molti zuccheri, quindi le aree “non” marroni saranno con tutta probabilità intaccate dall’ HPV.

Le cellule diventate bianche e quelle che non sono diventate di colore marrone permetteranno di avere un quadro della situazione che lo specialista prenderà in considerazione nei casi dove sarà necessario svolgere una biopsia.

Quando dopo la colposcopia si procede con la biopsia.

La biopsia non è altro che un “morsicino” prelevato laddove i due coloranti utilizzati durante la colposcopia hanno evidenziato le macchie di colore bianco e non marroni. Questo piccolo lembo sarà mandato ad analizzare, dicendoci così a quale tipo di lesione ci troviamo di fronte!
In alcuni casi, oltre alle biopsie si procederà con un altro esame, chiamato Curettage: ha un procedimento che prevede, attraverso un apposito strumento, di prelevare un frammento di parete della cervice, circa all’interno del canale cervicale per due centimetri, attraverso una “grattatina”.

Tra biopsia e Curettage, sicuramente il secondo è un po’ più fastidioso in quanto, venendo grattata, seppur lievemente e in una piccola zona, la cavità cervicale, l’utero verrà stimolato a contrarsi; di conseguenza la donna avvertirà dei dolori simili a quelli mestruali.

Le donne che devono eseguire la colposcopia solitamente sono molto spaventate perché credono che lo specialista debba prelevare grossi frammenti di collo dell’utero. In realtà non è così, parliamo di frammenti di circa un millimetro!

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Buona giornata!
Ilaria