L’orientamento sessuale è l’ultima, ma non meno importante, componente dell’identità sessuale. Abbiamo analizzato come l’identità sessuale si componga in ogni sfaccettatura negli articoli delle scorse settimane e giovedì scorso è uscito un reel su Instagram che le riassume e che potete trovare sul feed.

La quarta componente è, dunque, l’orientamento sessuale. Comprende fattori emotivi, sessuali e relazionali che portano ad essere attratti verso un individuo dell’altro o dello stesso sesso.

orientamento sessuale

In questo tentativo di classificazione si individuano:

eterosessuali, ovvero coloro che sono attratti dalle persone del sesso opposto

– omosessuali, le persone che provano sentimenti per quelle appartenenti allo stesso sesso biologico

– bisessualità, quando si è attratti da entrambi i sessi

asessualità, quando l’individuo non prova nessuna attrazione, né per uno né per l’altro sesso. 

Inizialmente questa classificazione veniva rappresentata secondo una scala che parte da donna che si sente donna, fino ad arrivare all’uomo che si sente uomo; e si procedeva con la classificazione delle varie sfumature e varie intensità della percezione di se stessi. Nel tempo si è visto che non è una classificazione corretta e completa. 

Ciò perché l’orientamento sessuale, quindi verso chi o cosa si è attratto, è la somma di diversi fattori, non solo il “voler fare sesso”!

Ecco di cosa dobbiamo tener conto quando vogliamo capire davvero il nostro orientamento sessuale:

– l’attrazione sessuale: con chi si desidera avere un rapporto sessuale

– l’attrazione romantica: di chi ci si innamora

– il comportamento sessuale: con quale sesso, di fatto, si ha un rapporto 

– le fantasie sessuali: su chi realmente si fantastica con la mente.

Queste quattro dimensioni portano alla definizione del sé, ovvero in quale gruppo ci collochiamo.

Lo sviluppo sessuale dell’orientamento sessuale ha inizio in adolescenza.

adolescenza e inizio orientamento sessuale

Abbiamo una prima fase, di esplorazione: serve ai giovanissimi per capire chi sono ed è una tappa naturale del percorso, così come l’avere esperienze sessuali con persone dello stesso sesso. E’ estremamente comune che l’adolescente omosessuale, bisessuale o generalmente non eterosessuale, passi una fase in cui si sente diverso. E’ importante quindi tornare al discorso dei pregiudizi fatto nell’articolo scorso (Leggilo QUI). In adolescenza, coloro che hanno un orientamento non eterosessuale non devono essere considerati una minoranza. Nel 2003 è stata proprio introdotta la Teoria della Minority stress, che porta i soggetti che si sentono discriminati a patologie psichiatriche importanti o autolesionismo e suicidio, 

E’ importante che i giovani non eterosessuali imparino ad accettare loro stessi e che facciano un coming out. 

Devono esprimere il loro modo di essere e il loro modo di comportarsi. In adolescenza la fase esplorativa nel rapporto con lo stesso sesso, quindi omosessuali, spesso si concludono con l’arrivare a definirsi eterosessuali. E’ un vero tentativo per capire qual è il vero orientamento. 

Ecco che abbiamo concluso il viaggio attraverso l’identità sessuale!
Se avete dubbi o domande scrivetemi! Sarò lieta di rispondervi! 


Buona giornata!
Ilaria