Un percorso umano ed empatico con la Ginecologa Ilaria Dellacasa

Come riconoscere le cause, esami diagnostici e metodi alternativi. L’infertilità è un problema più diffuso di quanto ci si possa aspettare.

Le cause dell’impossibilità di avere figli spontaneamente può essere ripartita nelle seguenti percentuali: 30% di cause femminili (menopausa precoce, endometriosi, alterazioni tubariche, anomalie del sistema riproduttivo o problemi di ovulazione); 30% di cause maschili (alterazioni in ambito testicolare, patologie della prostata o dell’erezione, alterazioni del seme, dotti eiaculatori ostruiti); 20% di cause miste, in cui la responsabilità è condivisa dai due membri della coppia e un restante 20% di cause inspiegabili.

Le donne che non riescono a rimanere incinte, possono rivolgersi alla Dottoressa Ilaria Dellacasa a Rapallo che indicherà alla coppiagli esami diagnostici per l’infertilità.

I più diffusi sono:

Sonoistrografia: prevede l’insufflazione di soluzione fisiologica tramite un piccolo catetere inserito nella cavità endometriale e il controllo ecoguidato della pervietà tubarica;

Isteroscopia: con l’introduzione di una telecamera in utero si visualizza la presenza di alterazioni e/o malformazioni della cavità uterina;

Laparoscopia: si effettua sia per scopi diagnostici che terapeutici. Con un intervento chirurgico poco invasivo e l’introduzione di una telecamera, si esamina l’interno di tutta la cavità addominale e pelvica, con una visione diretta di tutti gli organi.

Una volta eseguiti tutti gli esami diagnostici per l’infertilità a Rapallo, la Dottoressa Ilaria Dellacasa, guiderà le pazienti nella scelta del metodo alternativo più adatto. Esistono due tipologie di fecondazione artificiale: omologa ed eterologa. Per fecondazione omologa si intende la fecondazione artificiale realizzata in laboratorio con ovuli o spermatozoi appartenenti biologicamente ai membri della coppia. Nel caso della fecondazione eterologa, invece, i gameti vengono donati da individui esterni alla coppia o possono essere prelevati da una delle cosiddette “banche del seme”. Entrambi i metodi sono regolati dalla legge 40/2004.

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